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«Temo già le dichiarazioni fiscali 2010»

a cura di Nino Ciravegna

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2 ottobre 2009


Sono il fortuanto titolare di una giovane azienda. Primi sei mesi del 2009: fatturato pari al 60% del giro d'affari dell'anno scorso, 6 dipendenti, triplicata la superficie dei locali aziendali. Abbiamo investito in attrezzature, ricerca e pubblicità fino all'ultimo centesimo. Indebitamento irrilevante, il credito è difficile anche per noi, con poca storia e senza garanzie reali. Ma abbiamo sbagliato tutto: pur con le casse vuote, il nostro fisco considererà la gran fetta degli investimenti fatti come utili. La dichiarazione 2010 sarà un incubo, tra imposte e anticipi rischia di spegnere il fermento aziendale. Siamo privilegiati, ma un sistema fiscale e bancario che non permette alle aziende di crescere non potrà garantire nulla di buono a nessuno.
Mark

Burocrazia gravosa (e inutile)
Sono titolare di una piccola ditta di trasporti per conto terzi e come tutti navigo a vista nella burrasca di questa crisi. Al di là della mancanza di lavoro c'è il vero grande problema di un governo che latita, che non sta facendo nulla per aiutare le piccole imprese, tranne richieste cordiali alle banche perché siano più disponibili . C'è il problema di una pressione fiscale inaccettabile in questo momento e naturalmente di una burocrazia cavillosa che ti fa perdere mesi di tempo e lavoro per poi accorgerti che non hai risolto niente. In questo modo però, si va a eliminare chi, come noi, lavora con grande professionalità e passione.
Patrizia

Utili investiti, niente Porsche
Sono a capo di una piccola azienda (13 persone) dell'indotto tessile. Abbiamo sempre investito in tecnologie quasi il 6% del nostro fatturato. Da un paio d'anni soffriamo la crisi, anche se sapevamo di doverla soffrire, con l'avanzata non controllata degli asiatici. Forse ci salveremo perché siamo sempre stati con i piedi per terra, reinvestendo gli utili in azienda, senza comprare Porsche e cercando di mantenere in vita fornitori e dipendenti qualificati, che sono forse la nostra unica vera risorsa. Io credo che se tutti lavorassero come molti di noi, piccole e medie imprese, con la consapevolezza che nulla ci verrà regalato, sapendo di dover pagare sempre in prima persona, forse l'economia italiana avrebbe basi più solide su cui basarsi!
Alberto

Pochi mesi, e chiuderemo
Siamo imprenditori nel settore della stampa. Lavoriamo vicino a Milano, e abbiamo lanciato l'attività 16 mesi fa. Soldi investiti: più di 100mila euro. Clienti: pochissimi, nonostante tanta pubblicità e politica commerciale aggressiva. Giro affari mensile: sui 1.500-2.000 euro (i mesi buoni). Qui nella nostra zona hanno chiuso (e stanno chiudendo) tantissime piccole e medie aziende. Tanti altri imprenditori della zona rimangono aperti solo perché rimettono soldi nelle loro casse ogni santo mese. Ancora 4 o 5 mesi cosi, e chiudiamo anche noi. E dopo?
Franco

Licenziare? Mi vergogno
Sono socia di una piccola impresa, costruiamo apparecchiature elettriche di comando per impianti plastici, chimici, gomma. Ormai la liquidità è minima se non scarsa, il lavoro non si trova, sembra che i costruttori chiudano e il settore della plastica, anche a livello manutenzioni, sia fermo completamente. Resistere? Fino a qui ci siamo arrivati, ora siamo delusi e non vediamo alternative alla chiusura con fallimento o concordato. Abbiamo 10 dipendendenti, è vergognoso doverli lasciare a casa perché la produzione delle grosse industrie italiane è stata spostata all'estero. L'indotto muore. Studi di settore con accertamento.... vogliono un sacco di soldi e chi paga ora? Se hai una mezza idea di investire nella tua azienda il fisco te la fa passare. Ormai è impossibile andare avanti, ci proviamo, ma come si fa?
Daniela

Obbligatorio delocalizzare
Siamo costretti a subire una concorrenza sleale da parti di paesi extracomunitari che mai e poi mai saremo in grado di affrontare con i nostri costi. Nonè nemmeno pensabile che questa situazione sia transitoria e l'unica soluzione è la delocalizzazione. Ma così creiamo disoccupati: ci hanno messi nella condizione di sbagliare comunque.
Pier Giorgio Gherra

Start-up in gravi difficoltà
Sfortunatamente per le piccole attività e coloro che sono in start-up vi saranno esiti negativi: la recessione regola il mercato, i grandi uccidono i piccoli per vivere.
Diventa difficile quindi avere chance in questo momento. E purtoppo la situazione non è a breve termine. Restano da capire le conseguenze sull' economia reale.
Massimiliano

2 ottobre 2009
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